giovedì 6 aprile 2017

Autonomia, dirigente, organi collegiali

Queste le tre parole analizzate dai precari e dalle precarie della scuola. Storia di parole a dimostrazione del fatto che le cose cambiano e che siamo noi a muovere il cambiamento
L'autonomia è stata introdotta nel 1997 dalla legge Bassanini. Da allora ogni scuola, divenuto soggetto economico, organizza la propria proposta didattica in base alle risorse disponibili e in stretto collegamento con i bisogni formativi del territorio. Il POF, diventato adesso PTOF, rappresenta il Piano dell'Offerta Formativa (oggi diventato Triennale), un documento pubblicato da ogni singola scuola che ne spiega le specificità.
Il Dirigente è la nuova parola per dire preside. Mutamento lessicale introdotto proprio dalla Legge sull'autonomia che presuppone un cambiamento sostanziale. Se il preside era prima 'colui che sedeva presso il collegio" (a questo rimanda l'etimologia), adesso siamo di fronte al dirigente manager nella logica della scuola supermercato. Il Dirigente che a partire dal 2001 ha mansioni di tipo finanziario prima che didattico, con la buona scuola entra a gamba tesa nel reclutamento attraverso il sistema della chiamata diretta. Questi infatti seleziona il personale tramite CV e colloquio, chiedendo tavolta dei video curriculum, come hanno pensato bene di fare due dirigente toscani.
Se a ciò si aggiunge che il dirigente distribuisce premi ai dipendenti (il famoso bonus) e stabilisce le direttive del PTOF, si capisce il perché di espressione quali 'preside sceriffo'.
Gli organi collegiali, fra tutti il consiglio di classe e il collegio docenti, ne risultano fortemente depotenziati, diventando così organi di ratifica invece che di decisioni. Nati negli anni '70 sulla spinta della democratizzazione dell'istituzione scolastica, sono oggi svuotati di senso - almeno parzialmente. La questione del precariato complica ulteriormente la situazione: il nuovo insegnante non partecipa ai primi consigli e collegi, vota per provvedimenti che l'anno successivo non gli riguarderanno, non è messo nelle condizioni di prendere decisioni in coscienza.
Parole dunque e storia di parole a dimostrazione del fatto che le cose cambiano e che siamo noi a muovere il cambiamento. A farci compagnia l'armata Brancaleone e i Queen di Under pressure.

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